Bottegart

"BOTTEGART" di Bruno Di Giorgio -Laboratorio d'arte grafica e pittorica- Incisioni a bulino- Xilografie

giovedì 16 settembre 2010

Roma di Belli e di Pasolini

Terracina in Poesia


Roma di Belli e di Pasolini







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martedì 14 settembre 2010

La darsena tecnica tricromia



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Etichette: Xilografica

mercoledì 1 settembre 2010






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Etichette: Catalogo 1977-2004

lunedì 16 agosto 2010






































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Etichette: Catalogo 1977-2004

martedì 10 agosto 2010

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Curato e realizzato dalla figlia Giorgia Di Giorgio

BIOGRAFIA

Born in Rome - presently lives in Terracina, a city that he deeply loves for its past and its natural landscapes. Painter and Engraver. He has been judged as a painter gifted with a deep poetic sense, possessing a perfect sense of colour, with a touch that reminds one of the impressionists. As an engraver, of he is a master, he produces etchings, acquatinte, engravings in bulin, and tool as though a paint brush. He combines various techicques ( etchins, acquatinte, bulin)with great command thanks to the years that he spent at the engraving school under the guidance of the master Professor Carlo Grimaldi, a pulil of Paolo Baldassarre Mercuri, both of them were Directors of the National Chalacography of Rome. He also produces xylographs in momo-bi-tricromia, display in this field too his skilfulness in the technique of graphic art.

Per ammirare le opere realizzate da Bruno Di Giorgio potete andarlo a trovare presso lo studio artistico sulla piazza del Municipio di Terracina (LT) info: bruno_digiorgio@libero.it La Calcografia ( bulino) E' una parola che deriva dal greco "calcos" che significa rame e "grafein" che vuol dire scrivere. Letteralmente è "scrivere sul rame" : incidere e delineare su rame. Su tale principio si fonda la tecnica dell'incisione calcografica a bulino. Prima di iniziare un incisione si realizza con il BULINO, strumento a sezioni triangolari, romboidale, con piano inclinato attaccato ad un manico a forma di fungo tagliato a metà. Il BULINO con la pressione della mano esercita l'esportazione del metallo sotto forma di un sottile riccio, che corrisponde al solco che si è creato. Naturalmente il solco che viene eseguito, può essere più o meno profondo, più largo, a seconda della grandezza del Bulino, del suo spessore e della forza esercitata. Quello dell'incidere è il momento cruciale per la realizzazione della MATRICE. Una volta creata la matrice avviene l'inchiostratura, operazione al quanto complessa. Gli inchiostri più o meno pastosi, più o meno densi, vengono stesi con tamponi, o spatole di cartone su tutta la superficie della MATRICE, allo scopo di riempire in modo perfetto i solchi incisi dal bulino. La lastra, dovrà risultare, per la fase di stampa, perfettamente pulita in modo specchiante, senza asportare l'inchiostro dai segni incisi con il Bulino. Per la stampa, la lastra (matrice) viene posta sul torchio calcografico e su di essa appoggiato un foglio di carta

Bruno Di Giorgio

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BRUNO DI GIORGIO

BRUNO DI GIORGIO

IL TORCHIO CALCOGRAFICO...

Il torchio calcografico è uno strumento per la stampa calcografica.

Viene descritto ed illustrato nell'Encyclopédie di Diderot e d'Alembert, e la struttura e le modalità di impiego sono ancora le medesime.Una struttura robusta supporta due rulli, uno dei quali nei torchi tradizionali viene mosso da una tradizionale ruota a stella, mentre l'altro serve a dare la pressione. Tra i due, è inserita una lastra piana, trascinata dalla rotazione del rullo, sulla quale è stata appoggiata la lastra incisa inchiostrata, la carta inumidita, e del feltro per distribuire la pressione.Il foglio stampato, a seconda del metodo utilizzato nella stampa e/o per la creazione della lastra inchiostrata, può essere una stampa, un'acquaforte o acquatinta o bulino o incisione.Una buona stampa richiede una forte pressione specifica, e pertanto nel passato si sono utilizzati torchi calcografici con gigantesche strutture di legno, mentre attualmente si possono utilizzare anche torchi considerevolmente più piccoli, per mezzo dell'impiego di molle a tazza: un vantaggio aggiuntivo è che sono facilmente regolabili e permettono risultati ottimi, mentre la regolazione mediante spessori nei torchi tradizionali poteva rivelarsi un'impresa.essa ha innumerevili dimensioni.

STRUMENTI DI LAVORO

STRUMENTI DI LAVORO

BULINO

Con il termine bulino si definiscono sia un sottile scalpello con punta in acciaio, utilizzato per particolari incisioni, che la tecnica di incisione, tipicamente una lastra calcografica realizzata con tale strumento.

Tipologia

A seconda delle necessità di incisione, la punta può avere forma ad angolo (più o meno acuto) o semicircolare. Molti bulini sono realizzati in modo tale che lo stesso manico possa supportare diverse punte.

Il "bulino" viene affilato con la classica mola del fabbro.

Nell'ambito dell'incastonatura di pietre preziose vengono utilizzati:

  • bulino a mandorla (con sezione ovale con punte allungate), mezzo tondo(con sezione 1/2 sfera), piano (con sezione quadrata), piano rigato (come il piano ma con la parte tagliente attraversata da righe). Viene utilizzato dagli incastonatori sia per intagliare il metallo e sia per una particolare incastonatura detta a baffetto, a squarcio lucido (tipo punti luce con giro lucido intorno alla pietra).
  • bulino mezzo tondo, viene utilizzato nei pavé per spostare il metallo degli angoli sulle pietre da bloccare (incastonare).
  • bulino piano, viene utilizzato per spaccare le varie parti di metallo create in precedenza con il bulino a mandorla da spostare sulle pietre e quindi bloccarle (incastonare).
  • bulino piano rigato, viene usato più in particolare dagli incisori, vengono creati tanti righi fitti sul metallo prezioso con un effetto setato che viene usato come base per le incisioni.

L'incisione con bulino non prevede la morsura con acidi per scavare il solco della lastra il quale è ottenuto soltanto tramite l'azione dello scalpello che, asportando il metallo dai contrografismi, conferisce alla stampa un segno netto e preciso.

Cenni storici

Le prime manifestazioni artistiche incisorie risalirono ad un periodo prossimo ai primi del Quattrocento nelle botteghe degli orafi fiammingo-renani, visto che è noto un documento di copia a penna di una Passione eseguita col bulino nel 1441. Tra gli autori delle stampe a bulino olandesi si distinsero il cosiddetto Maestro del Calvario ed il Maestro della Morte di Maria, autore di una Scena di battaglia, mentre francesi furono il Maestro di Balaam ed il Maestro del Giardino d'Amore ed infine una terza corrente fondamentale fu quella germanica che produsse opere di raffinata qualità artistica, ben rappresentata dal Maestro delle Carte da Gioco che operò a Costanza verso la metà del XV secolo caratterizzandosi con tratti sottili e armoniosi, e dal Maestro E.S. che diede il là al sentimento pittorico nell'incisione a bulino.[1] Il maestro per eccellenza però fu Martin Schongauer (1430-1491), nato in una famiglia di orefici, che dettò le regole della disciplina con le tavole intitolate Morte della Vergine , Salita al Calvario e il Blasone. Schongauer si mise in luce per la coerenza dell'insieme, e per il modellato ricco di tagli e controtagli.
In Italia la prima incisione a bulino risale al 1461 e tra i primi artisti de bulino si annoverarono il Pollaiolo e il Mantegna, del quale si conoscono ben sette tavole, tra cui una Madonna e due Baccanali considerate tra le più alte espressioni delRinascimento. Ad Albrecht Durer spettò il compito di esprimere al meglio le possibilità offerte da questa tecnica, compiendo una sintesi delle tendenze nordiche e italiche.
Nel Cinquecento i ritmi e le regole dell'arte del bulino furono dettati dalla scuola di Fontainebleau e da quella dei Manieristi fiorentini. Se nel Seicento il bulino venne accostato all'acquaforte ed il classicismo all'accademismo dominante, nel Settecentosi lanciò la moda delle stampine galanti e del virtuosismo. Dall'Ottocento il bulino subì la diffusione della litografia, ed divenne arte di rari cultori, tra i quali si segnalarono Luigi Calamatta e Pieter Dupont.


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